Newsletter dell’Istituto di Storia Sociale di Amsterdam – gennaio 2007

 

IISH News Service January 2, 2007
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New items on the IISH website in December 2006:

http://www.iisg.nl/collections/hatta/index.php
A dozen Dutch letters by Mohammed Hatta, 1936-1940

http://www.tseg.nl/2006-4/
New issue (vol 4, 2006) of Tijdschrift voor Sociale en Economische
Geschiedenis

http://www.iisg.nl/research/childlabour-report.php
Report of the International Conference on Child Labour in Amsterdam,
November 2006

http://www.neha.nl/waaroversprakenzij/
New Publication: 'Waarover spraken zij? Economische
Geschiedbeoefening in Nederland…' by Leo Noordegraaf

http://www.iisg.nl/irsh/51-3.php
New issue (vol 51, part 3, December 2006) of IRSH

http://www.iisg.nl/irsh/51-suppl.php
Supplement 14 (December 2006) of IRSH: Studies in Indian Labour
History

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Upcoming events: http://www.iisg.nl/news/

Until 11 March 2007
Exhibition: "Fiep in de krant" – illustrations by Fiep Westendorp for
newspaper Het Parool
In: Persmuseum – in Dutch

11 January 2007
Meeting of Friends of the IISH
Lecture: "Socially engaged. Extracts from films and videotapes from
the IISH collections"

24-26 January 2007
Conference: "Mobilities", organized by the Amsterdam School for
Social-science Research (ASSR) in honour of Abram de Swaan.

30 January 2007
Lecture: "De Creolisering van Surinaamse joden" by Wieke Vink

27 February 2007
Lecture: "Measuring the Contribution of Spinning to Household
Earnings…England 1550-1770" by Craig Mildrew

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Uscito il numero 11 di Zapruder

Indice di Zapruder numero 11 – set/dic 2006

Editoriale

Paola Ghione, Quando si rompe la comunità si rompe il mondo?

Municipalismi e resistenze

Riccardo Rao, Lo spazio del conflitto. I beni comunali nel Piemonte del basso medioevo

Nicolangelo D’Acunto, Il santo conteso. Tensioni politico-religiose fra Assisi e il papato nel medioevo

Patrizia Quattrocchi, Donne, riproduzione e salute comunitaria in un villaggio maya dello Yucatán (Messico)

Le immagini

Danilo De Marco, Fiori di fango. Polvere del suolo del Latinoamerica

Margherita Becchetti, Ritratti ribelli. Guerra e vita quotidiana nei disegni di una pittrice partigiana

Schegge

Armando Cutolo, Stranieri in casa propria. La guerra civile in Costa d’Avorio

Marco Adorni, La via del benessere. Storia della superstrada E45

In cantiere

Giovanni Campolo, Il genere dimenticato. Piccolo viaggio intorno agli studi sugli uomini

Voci

Marilena Moretti, La rivoluzione non è una cosa seria

Altre narrazioni

Mario Monicelli, Insoliti eroi. Intervista tra cinema e storia (a cura di Andrea Palazzino)

Luoghi

Rodolfo Taiani, Carte d’identità. Tradizioni comunitarie e usi civici negli archivi della Val di Fiemme

Gianmario Leoni, Orgosolo paese dei murales

La storia al lavoro

Luca Fanelli, Il contadino e il ladro di terre. Espropriazioni e resistenze nel Brasile

Storie di classe

Davide Montino, Il regime nel registro. Fascismo e missione magistrale nella storia di Ernesta F.

Interventi

Stefano Agnoletto, Declinare il declino. A proposito di una categoria ambigua

Franco Milanesi, Il Novecento tra storia e filosofia

Davide Spagnoli, Cruciverbone sul comunismo

Recensioni

Andrea Cavazzini (Antonella Cutro, Biopolitica. Storia e attualità di un concetto); Maria Beatrice Di Castri (Luciano Canfora, Il papiro di Dongo); Fabrizio Billi (John Dos Passos, Davanti alla sedia elettrica); Marco Fincardi (Dorena Caroli, Ideali, ideologie e modelli formativi); Eric Gobetti (Arthur J. Evans, A piedi per la Bosnia durante la rivolta); Silvia Boffelli (Giovanni Giacopuzzi, Angelo Miotto, Roberta Gozzi, Storie basche).

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Newsletter dell’Istituto di Storia Sociale di Amsterdam – dicembre 2006

Events

At the IISH, organized or co-organized by the IISH.

IISH News Service
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Until 26 January 2007
Exhibition: Landschappen [Landscapes]
Paintings by Elly Lievense-Pelser – in Dutch

Until 11 March 2007
Exhibition: "Fiep in de krant" – illustrations by Fiep Westendorp for newspaper Het Parool
In: Persmuseumin Dutch

17 December 2006 – 14 January 2007
Exhibition: "Tekeningen van Herman Focke" [Political drawings by Herman Focke]
In: Persmuseumin Dutch

19 December 2006
Lecture: Slavery and its Abolition in Islamic South-Asia by William Gervase Clarence-Smith
Starting time: 15:00

11 January 2007
Meeting of Friends of the IISH
Lecture: "Socially engaged. Extracts from films and videotapes from the IISH collections"

24 – 26 January 2007
Conference: "Mobilities", organized by the Amsterdam School for Social-science Research (ASSR) in honour of Abram de Swaan.
More information on this conference can be found at the website of ASSR
In: IISH & University of Amsterdam

30 januari 2007
Lecture: De Creolisering van Surinaamse joden by Wieke Vink
Starting time: 15.00

27 February 2007
Lecture: Measuring the Contribution of Spinning to Household Earnings and the National Economy in England 1550-1770 by Craig Mildrew
Starting time: 15:00

15 March – 29 April 2007
Exhibition: "Politiek in Prent" [Dutch political cartoons]
In: Persmuseumin Dutch

27 March 2007
Lecture: Homo's herdacht. De Tweede Wereldoorlog en de geschiedschrijving by Marian van der Klein
Starting time: 15:00

24 April 2007
Lecture: Stretching Labour Historiography. Ideas from South Asia by Willem van Schendel
Starting time: 15:00

10 May – 9 September 2007
Exhibition: "Joep Bertram"
In: Persmuseumin Dutch

29 May 2007
Lecture: Social Movements in South Asia by Subir Sinha
Starting time: 15:00

19 June 2007
Lecture: Gender en Globalisering by Karin Willemse
Starting time: 15:00

October / November 2007
Conference: "The Past and Present of the International Labour Organization"
Organized by AMSAB and IISG
Call for papers

27 February – 1 March 2008
Conference: "European Social Science History Conference" (ESSHC)
Call for papers – deadline 1 April 2007
In: Lisbon, Portugal

3 – 7 August 2009
XVth World Economic History Congress – International Economic History Association (IEHA)
Organizing institutions are Utrecht University and IISH
In: Utrecht, The Netherlands

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Deposito Bulk 1997-2006 – Una storia semplice

Il testo riportato qua sotto è stato pubblicato dagli occupanti del Deposito Bulk, in occasione dell'abbandono dello stabile da loro occupato nel capodanno a cavallo tra il 1999 e il 2000, abbandono avvenuto il 28 gennaio 2006. Il commento riportato sotto è stata una risposta di uno degli ex occupanti non più parte del collettivo al momento della decisione di concludere l'esperienza.

 

DEPOSITO BULK 1997-2006 – UNA STORIA SEMPLICE

1997

Il Deposito Bulk di Via Don Sturzo viene occupato il 12 Dicembre 1997 in occasione dell'anniversario di Piazza Fontana e proprio prima di un grosso corteo per la libertà dei prigionieri politici ancora in carcere in Italia terminato sotto San Vittore .

1998

Il 25 Aprile 1998 il neonato Deposito Bulk lancia l'idea della costruzione condivisa di uno spezzone dei centri sociali che vada ad occupare il Parco Sempione per opporsi al progetto di militarizzazione di uno dei più grandi spazi di aggregazione libera per giovani di quegli anni. L'idea viene accolta positivamente e l'occupazione del Sempione si trasforma in una grande festa. Il piano di normalizzazione del Sempione e di Vetra fatto di cancellate, telecamere e ronde militari verrà portato a termine dalla Giunta Alberini portando alla progressiva desertificazione di quei luoghi.

Nell'autunno la RASC contribuisce in prima line alle grandi mobilitazioni contro il finanziamento delle scuole private. Dall'immenso corteo dei 30.000 del 20 Novembre terminato con una sassaiola davanti al Provveditorato agli Studi, passando per gli scontri davanti al San Carlo (per i quale verranno processati una decina di ragazzi) ed arrivando all'occupazione di un treno per partecipare al grande nazionale degli studenti di Dicembre a Roma (con incidenti davanti all'Ambasciata USA).

L'Ottobre 1998 vede anche l'occupazione in Piazza Minniti di Metropolix. Quello che, dopo lunghi lavori diventerà il primo ostello autogestito d'Europa.
Metropolix va ad insediarsi in un quartiere, l'Isola, già denso di spazi sociali (Pergola e Garigliano).

1999

Il nuovo anno si apre con una drammatica catena di omicidi.
La destra ne approfitta per soffiare sul fuoco e lanciare la parola d'ordine della tolleranza zero. Sarà uno dei cavalli di battaglia che, di fronte all'ignavia del centro-sinistra, le permetteranno di vincere le elezioni due anni dopo.
Da quei giorni infatti, i mass-media inizieranno a dipingere l'Italia come un paese in preda al far west ed in mano a spietate bande di delinquenti immigrati (primi tra tutti gli Albanesi).
Degli omicidi di quei giorni politicanti e giornalisti proni accuseranno gli immigrati. Si scoprirà poi che i responsabili erano, per la quasi totalità italiani.
L'amministrazione comunale di centro-destra organizza una fiaccolata per la sicurezza in Piazza Duomo che, nonostante la massiccia campagna stampa, si rivelerà un mezzo fallimento.
Il movimento milanese risponderà prontamente con un partecipatissimo corteo terminato sotto il Centro di Detenzione Temporanea per immigrati di Via Corelli

L'inizio del 1999 è caratterizzato anche dal caso Ocalan.
Il capo del PKK curdo, braccato dai servizi segreti turchi, viene ospitato in Italia e successivamente scaricato per essere venduto ai Turchi.
La reazione della comunità curda in Europa è immediata.
A Milano viene occupato il Consolato greco. A Roma scoppiano violenti scontri davanti alla sede delle linee aeree turche in Piazza della Repubblica dove le Forze dell'Ordine vengono messe in fuga.

Il 1999 è però sinonimo di guerra umanitaria. Stiamo parlando dell'attacco della NATO alla Jugoslavia per difendere le popolazioni del Kosovo dalla repressione serba.
Il sabato successivo all'attacco, nonostante il diluvio, almeno 20.000 studenti sfilano sotto il Consolato Americano.

Il 24 Aprile si ricorda un corteo studentesco della RASC molto militante che bersagliò il Consolato USA di torce, bengala e petardi tra il denso fumo di estintori che alzavano una cortina fumogena in Largo Donegani.
Il 25 Aprile uno spezzone antagonista di 5.000 persone si stacca del corteo istituzionale per raggiungere il Consolato USA. Durante il percorso della manifestazione la bandiera italiana del Comando dell'Arma di Via della Moscova prenderà fuoco. Per quel corteo verranno processati molti compagni del Bulk.
Se a Milano la mobilitazione è continua, a Torino la situazione è tesissima.
Al corteo del Primo Maggio ci sono incidenti tra compagni delle realtà antagoniste ed anarchici ed elementi della sinistra itituzionale favorevoli all'intervento in Kosovo. Ci penserà la Polizia a togliere dimpiccio i mazzieri del servizio dordine dei partiti.
Nel pomeriggio si dovrà assistere ad uno dei tanti episodi allucinanti di questi anni. Il blitz immotivato delle Forze dell'Ordine contro il centro sociale Askatasuna con il pestaggio dei presenti e la devastazione dei locali e delle strutture dello spazio. Un antipasto della Diaz?

Il 1999 è anche l'anno di esplosione del LOA, il mitico Hacklab milanese.
Ma è anche l'anno dello sgombero di Breda. Uno spazio sicuramente all'avanguardia.

Nel Novembre 1999 un fatto inaspettato. A Seattle il vertice del WTO viene duramente contestato e messo in ginocchio da decine di migliaia di giovani incazzati con intere giornate di guerriglia urbana e centinaia di arresti. Fa la sua comparsa sulle scene internazionali un nuovo attore: il popolo di Seattle (come lo si chiamava allora) che influenzerà in maniera decisiva il modo di fare politica nei primi anni del nuovo millennio e che vedrà lItalia come un avamposto del nuovo movimento di contestazione.

Millennium Bulk. La prima occupazione del millennio. In vista dell'imminente sgombero dell'area di Via Don Sturzo, il 31 Dicembre 1999 viene occupato uno stabile di proprietà dell'Enel di fronte al Monumentale. Si scoprirà che si trattava di una sorta di discarica abusiva dell'Enel per tutti i lavori edili fatti dall'azienda a Milano. Ci vorranno lacrime e sangue per rendere agibile lo spazio con una serie di giornate memorabili definite mondezza day in cui i bulkaniani scaricheranno davanti alla Fabbrica del Vapore quintali di macerie.
Quella che sembrava un'ottima scelta sia per il rispetto del principio di territorialità che per l'ampiezza di possibilità offerte da un area così grande, col passare degli anni si dimostrerà una scelta errata proprio per l'impossibilità di gestire unarea così enorme (e gli sforzi sovraumani
derivanti).

2000

I primi mesi del 2000 sono però all'insegna della vecchia cara repressione.
A metà Gennaio avviene lo sgombero del vecchio Deposito Bulk di Via Don Sturzo.
Ai primi di Marzo ci sarà lo sgombero di Metropolix non prima di aver reso la vita molto dura alle Forze dell'Ordine con una resistenza tanto accanita quanto creativa.
Allo sgombero dello stabile di Piazza Minniti seguirà l'occupazione-lampo di Via Duccio Da Boninsegna (una zona forse troppo chick dalla città) e quella di uno stabile delle poste in Viale Zara.
Tra i due episodi c'è però stato un partecipatissimo corteo contro il Centro di Detenzione di Via Corelli terminato in scontri con la Polizia.

Nella primavera del 2000 inizia a soffiare anche in Italia il vento di Seattle con la manifestazione di MobiliTebio a Genova contro la fiera delle biotecnologie [ 12 ] ed il corteo NO-OCSE a Bologna
A questi appuntamenti va aggiunto il corteo di Bologna contro Forza Nuova terminato anch'esso con duri scontri con la Polizia.

L'autunno inizia male con lo sgombero delloccupazione di Viale Zara. Le prospettive non sono rassicuranti perché si parla con insistenza di un imminente sgombero del Bulk e della Cascina Torchiera.
Da qui nasce la campagna La Fronda capace di mettere in rete diverse realtà sociali e che vedrà tra le altre cose l'occupazione dell'Assessorato alle Politiche Giovanili in Piazza Duomo, il tour delle occupazioni con la tripletta Aus-Hata-Mi casa ed il
corteo del 14 Ottobre 2000.
Nel frattempo il vento della contestazione internazionale continua a soffiare fortissimo con le incandescenti giornate di fine Settembre a Praga.

Anche a Milano il clima si infuocato. E' l'11 Novembre.
Forza Nuova decide di sfilare in città. La Questura vieta il corteo dei fascisti, ma vieta anche la manifestazione antifascista che sarebbe dovuta partire a Porta Venezia blindando il concentramento.
I forzanovisti si troveranno alla discoteca De Sade di Via Valtellina subendo l'accerchiamento degli spezzoni antifascisti. Da un lato Deposito Bulk, Leoncavallo, Coordinamento dei Collettivi e compagni da altre città, dall'altro
RAF Milano, realtà antagoniste, compagni di Torino ed tanti altri.
Al corteo di Milano seguirà la contestazione ad Haider a Roma duramente repressa dalla Polizia [ 12 ].
A livello internazionale non si può certo dimenticare la contestazione al vertice dell'Unione Europea a Nizza
col treno degli Italiani bloccato, tra mille peripezie, a Ventimiglia.

2001

Il 2001 è un anno fatidico.
Resterà nella storia per lattacco alle Torri Gemelle di New York dell'11 Settembre e peril G8 di Genova

Lo sgradevole antipasto del G8 di Genova si ha il 17 Marzo a Napoli dove un combattivo corteo di 30.000 persone verrà selvaggiamente caricato dalla Forze dell'Ordine.
I fermati verranno trasportati alla Caserma Raniero che si trasformerà in un vero e proprio girone dantesco teatro di mille abusi. La definizione no-global tanto cara ai media nasce proprio in questa occasione. Il nome della mobilitazione era infatti No-Global Forum.

Il 25 Aprile inizia con un presidio antifascista in Piazzale Loreto dove gli esponenti di Forza Nuova hanno dichiarato lintenzione di deporre una corona di fiori in memoria del Duce.
Quando i fascisti si presentano nella piazza vengono allontanati. Per questa vicenda a Settembre tre compagni: Elio, Mario ed Antonio verranno arrestati per poi essere rilasciati grazia anche alla mobilitazione del movimento. La giornata terminerà con un altro incontro con i nazi al Carrobbio. Anche in questa occasione i nazisti con la testa rasata avranno la peggio.

Nel 2001 nasce anche loccupazione femminile di SheSquat.

Il 2001 è anche lanno della prima Mayday Parade. Nata da una riflessione sullo sviluppo del precariato e dalla convergenza tra Chainworkers, Deposito Bulk e CUB.
In quel periodo inizieranno anche le prime azioni che vedranno come epicentro la grande distribuzione.
I pionieri della Mayday 2001 erano 5.000. L'anno scorso i partecipanti erano più di 100.000

Il pesantissimo antipasto di Genova sono le giornate di Goteborg durante la Polizia svedese apre il fuoco sui manifestanti ferendone uno in maniera gravissima [ 12 ].
A Genova sarà l'Operazione Makaja ad attraversare l'esperienza del Carlini, del Media Center e le tragiche giornate del 20 e del 21 Luglio caratterizzate da una guerriglia continua culminata con la morte di Carlo Giuliani e da una repressione spietata culminata con il massacro della Diaz e le torture della Caserma di Bolzaneto.

Dopo la terribile repressione genovese sembra risuonare un adagio del 77: Avanti come? Avanti dove?. Molti, del resto, considerano il G8 come il punto più alto della capacità di mobilitazione del movimento dei centri sociali sviluppatosi in Italia nei 15 anni precedenti. Altrettante lo vedono come un punto di partenza
di un inevitabile declino. La frammentazione ed il progressivo sfaldamento del Deposito Bulk prendono reale consistenza in quel periodo.

Non cè molto tempo per l'analisi.
Il movimento si trova ben presto stretto nella spirale tra terrorismo internazionale e guerra permanente.
All'attacco americano all'Afghanistan segue una grossa mobilitazione.

Ad Ottobre parte ConnecTaz ovvero l'apertura di un Internet Start Point accessibile a tutti grazie al supporto di Garigliano.

2002

Il nuovo anno si apre con la pretesa di Forza Nuova di sfilare a Torino. Dopo una serie di azioni i forzanovisti decideranno di desistere, ma il corteo antifascista verrà ugualmente caricato con violenza dalle Forze dell'Ordine.

Il 2002 è però indubbiamente lanno in cui le tematiche del lavoro tornano in primo piano.

Il furibondo attacco del Governo Berlusconi allarticolo 18 dello Statuto dei Lavoratori spinge la CGIL ad organizzare a Roma un corteo cui parteciperanno 3 milioni di persone.

Il 16 Aprile si svolge uno sciopero generale con un livello di partecipazione elevatissimo. A Milano diluvia, ma nonostante questo la partecipazione è straordinaria.
Al corteo dei Confederali partecipano 300.000 persone. A quello di sindacati di base e movimento 50.000 persone.
Durante la mattinata un gruppo di persone entra in un ufficio interinale e verga i muri con scritte contro il lavoro interinale e sparge letame nelle stanze. Dell'azione verranno imputati 3 compagn* del Bulk fortunatamente assolti.

A dare ulteriore importanza ai temi del lavoro sarà la Mayday che subirà una prima impennata di partecipazione arrivando a quota 20.000.

L'autunno inizierà pesantemente col taglio definitivo dell'elettricità al Deposito Bulk. Un'ulteriore mazzata alla possibilità di fare attività politica in libertà.

Due giorni prima di un secondo sciopero generale indetto però dalla sola CGIL ci sarà il McStrike con azioni di boicottaggio contro la catena McDonalds in giro per tutta la città ed un presidio davanti alla sede di Piazza Duomo.

Il giorno successivo il Bulk deve subire il vero e proprio assedio delle Forze dell'Ordine per aver dato rifugio ad alcun* compagni inseguiti dalle volanti dei Carabinieri dopo un'azione alla sede della Croce Rossa di Via Pucci in contestazione al ruolo di gestione diretta della CRI per i CPT.
Assedio che si risolverà per il meglio solo in serata

Dopo lo sciopero generale d'Ottobre scoppierà la durissima vertenza dei lavoratori della FIAT contro un drastico piano di ristrutturazione industriale che prevedeva la chiusura di molti stabilimenti. Epicentri della lotta lo stabilimento di Termini Imerese in Sicilia e quello Alfa di Arese.

Seguirà il grande corteo di Torino contro i Centri di Detenzione Temporanea per immigrati.
Tra Novembre e Dicembre la situazione si avvita.
Dopo lincredibile successo del Forum Sociale Europeo di Firenze con un corteo di 1.000.000 di persone e l'esperienza internazionale dell'HUB una vera e propria ondata repressiva si abbatte sul movimento italiano.

La prima a muoversi è la Procura di Cosenza che in base ad un teorema giudiziario che ipotizza reati insurrezionali contro gli organi dello Stato incarcera molti compagni della rete meridionale del Sud Ribelle.
Segue a ruota la Procura di Genova che nel Dicembre 2002 darà il via liberà ad un blitz che porterà molti compagn* in carcere con al pesantissima accusa di devastazione e saccheggio (dagli 8 ai 15 anni di carcere) riferita al G8 di Genova.
Il movimento risponderà con forza con cortei a Cosenza e Genova. Il primo sarà un vero e proprio corteo di popolo.

2003

Il 2003 è l'anno della guerra.
E purtroppo l'anno della tragica morte di Dax.
Le mobilitazioni nazionali su grandi temi prendono il sopravvento su quelle più legate al lavoro quotidiano nel locale. Più tardi se ne pagheranno le conseguenze

I venti di guerra spirano fortissimi.
L'invasione americana dellIrak sembra ormai inevitabile.
A Febbraio, si diffonde il Trainstopping,
un'azione di disobbedienza di massa per bloccare i treni carichi darmi per il fronte.

Il 15 Febbraio è la giornata internazionale di mobilitazione contro la guerra.
Un successo di proporzioni inimmaginabili.
Al corteo di Roma partecipano più di 3 milioni di persone. Da Milano partono quasi dieci treni speciali con la gente costretta a dormire per terra o nei vani portabagagli.

Mentre una capillare serie di iniziative nel quartiere Isola riesce a scongiurare momentaneamente lo sgombero di Garigliano una nuova leva di super-eroi fa il suoi ingresso al Deposito Bulk. Prenderanno un nome divertente e sgrammaticato: Aquario.

E' un periodo di mobilitazioni frenetiche ed incessanti.
Durante il corteo in Toscana contro la base americana di Camp Derby dei primi di Marzo entra in scena il gruppo tenaglia che apre le recinzioni della base e penetra al suo interno mettendo in seria difficoltà agenti italiani e soldati yankees.

Pochi giorni sfilerà a Milano un imponente corteo contro la guerra (con tre concentramenti differenti) cui parteciperanno 800.000 persone ed al quale il Deposito Bulk contribuirà con uno spezzone aperto dalla mitica bomba: una bellissima struttura di polistirolo rappresentate Bush e Berlusconi a cavalcioni su un missile.

16 Marzo 2003: ovvero la notte nera di Milano.
Davide Cesare, militante antifascista, rimane ucciso a coltellate in un agguato organizzato da una famiglia di fascisti del quartiere in Via Brioschi. Due altri compagni rimangono gravemente feriti.
All'ospedale San Paolo si scatenerà una feroce caccia alluomo da parte delle Forze dell'Ordine nei confronti dei compagni e degli amici di Davide giunti sul posto. Quella notte rimarrà impressa nella memoria e nella carne di molti per episodi di una violenza difficilmente immaginabile.
Alcuni ragazz* del Bulk dovranno subire, insieme ad altri, la loro razione di botte selvagge.

Pochi giorni dopo lomicidio di Davide esploderà il conflitto in Irak.
Milano verrà attraversata quotidianamente da grandi cortei. Da quello notturno in Ticinese del 17 Marzo a quello della mattina del 20 Marzo (primo giorno di guerra) che andrà ad occupare la Stazione Centrale fino a quello enorme e combattivo del pomeriggio del 22 Marzo.
Il 22 Marzo è anche il giorno dei funerali di Davide a Rozzano, funerali cui partecipano almeno 5.000 persone e nei quali il Bulk si incaricherà di allestire
il tir sul quale, durate la cerimonia, suonerà la Banda Bassotti.

Le mobilitazioni continuano anche nel resto d'Italia con il corteo attorno alla base NATO di Camp Ederle in Veneto e quello di Torino del 29 Marzo ferocemente caricato in coda da Polizia e Carabinieri.

Il 25 Aprile 2003 non potrà che avere una fortissima connotazione antifascista con alcune giornate dense di iniziative e di tensione.

Ci penserà la Mayday Parade a allentare il clima di altissima tensione presente a Milano in quella primavera con un nuovo balzo di partecipazione che arriva alle circa 50.000 unità.

L'estate del 2003 è un periodo molto denso sia a livello locale che internazionale.
A Milano si prosegue il lavoro sulla precarietà della Mayday con Equilibrio Precario [ 12 ] una serie di iniziative più mirate alla grande distribuzione.

Il 4 Luglio nasce Malamanera, un nuovo spazio occupato nato in un quartiere in rapida trasformazione come la Bovisa.
La Bovisa da vecchi e storico quartiere operaio milanese, con l'arrivo del polo universitario si sta rapidamente evolvendo. I rapporti tra Mala e Bulk saranno sempre strettissimi e porteranno a molteplici iniziative comuni.

A livello internazionale le mobilitazioni principali (ed entrambe infuocate) saranno la contestazione del vertice G8 di Evian con la mobilitazione divisa sul doppio fronte franco-svizzero e quella al vertice UE di Salonicco. Di quel G8 è importante ricordare l'assalto della Polizia elvetica al Media Center dell'Usine e
il drammatico incidente di un attivista precipitato da un viadotto durante un'azione di blocco autostradale a causa dellintervento di alcuni agente che penseranno bene di tagliare la fune cui il ragazzo era attaccato
Del vertice dell'Unione basta dire che era in Grecia

Il ritorno all'azione in autunno è velocissimo.
Dopo aver organizzato un presidio al Parco Sempione in contemporanea con l'orrida Festa Azzurra di Forza Italia proprio in quel parco il Deposito Bulk partecipa alla contestazione del vertice dell'Unione Europea che si tiene a Roma.
La giornata del 4 Ottobre a Roma sarà caratterizzata da 2 blocchi nella mattinata ed un corteo nel pomeriggio. Tutte e tre le iniziative verranno duramente caricate. In uno dei blocchi della mattina alcune compagne dell'Aquario verranno fermate dalla celere e rilasciate solo in serata.

Il 2003 è anche un periodo denso di occupazioni molto vicine alla famiglia Bulk.
Nel Settembre di quell'anno prende corpo il progetto di Reload. Probabilmente una delle realtà più vive ed innovative tuttora presenti in citta'.
La prima occupazione dopo un breve e colorato corteo è in Piazza Segrino, ma verrà sgomberata dopo pochissimi giorni. Reload non demorde ed un mese dopo rioccupa in Via Gonfalonieri. Anche questa occupazione sarà destinata allo sgombero.
A questo punto i ragazz* di Reload decidono di provare in Pergola. E' la scelta vincente!

Altre occupazioni importanti saranno quella duplice dei Preokkupati (prima inViale Monza e poi in Paolo Sarpi) e quella del Boccaccio di Monza.
In questa dinamica di occupazioni e sgomberi continui va ad inserirsi l'Assemblea Metropolitana. Tentativo generoso, ma forse prematuro di superare le frammentazioni del movimento milanese ed avviare una campagna sugli spazi a livello metropolitano.

L'inverno del 2003 è caratterizzato da avvenimenti molteplici.

Il più importante è sicuramente lo sciopero selvaggio dei lavoratori dellATM per il rispetto del contratto di lavoro che bloccherà per alcuni giorni la città. I lavoratori dell'ATM consci della sostanziale inutilità dello sciopero classico
(quello regolato da mille cavilli) decidono di bloccare del tutto la circolazione dei mezzi dimostrando limpotenza di azienda, autorità e Forza dell'Ordine. Per quello sciopero partiranno 3.000 comunicazioni giudiziarie.

Altre date da ricordare sono la Street Parade Antiproibizionista contro la Legge Fini sulle sostanze aperta dal camion del Bulk con una caricatura del Presidente del Consiglio e del Ministro di AN ed il mitico slogan: "Un impegno concreto: più cocaina per tutti", la
giornata del Natale Precario con una simpatica parade nelle cattedrali dello shopping natalizio ed infine la gigantesca Critical Mass straordinaria in occasione del vertice sull'ambiente COP9 a Milano.
La massa critica che getterà nel caos la città per un pomeriggio intero terminerà proprio al Deposito Bulk e segnerà forse il punto più alto della presenza della Ciclofficina in Via Niccolini.

Nella notte dell'11 Dicembre una banda di indomiti bulkaniani occupa uno spazio nell'estrema periferia Sud di Milano: in Via Quaranta (via conosciuta per la presenza di una moschea del radicalismo islamico). Sorge 40/42 che pur avendo breve vita come una cometa sarà capace di mettere in campo una tre-giorni memorabile come quella tra il 12 ed il 14 Febbraio 2004.

2004

Il 2004 si apre con una nuova seria di scioperi ATM.

L'avvicinamento alla quarta Mayday Parade è caratterizzato dalla giornata del 29 Febbraio nella quale San Precario fa la sua apparizione all'Ipercoop di Viale Palmanova.

Il Marzo del 2004 è caratterizzato dallarresto di 4 compagni del Deposito Bulk accusati del sabotaggio di alcune telecamere.
In merito alla questione legata alla videosorveglianza, tema lanciato dai compagn* di Bergamo con la campagna 052, ed alla campagna denominata VCC (Videocamere Contro il Controllo) si è a conoscenza di 11 persone indagate per il furto ed il danneggiamento di un centinaio di telecamere con l'aggravante
dell'associazione a delinquere. Vengono contestati tre episodi: 22/23 Ottobre 2003, 11/12 Dicembre 2003 e 8/9 Marzo 2004 [ 12 ].

Il 16 Marzo cade anche il primo anniversario della morte di Davide.
Per commemorare la ricorrenza il movimento milanese organizza un corteo che termina con l'occupazione di uno stabile in Viale Umbria. L'occupazione verrà stroncata pochi giorni dopo dalle Forze dell'Ordine dopo forti pressioni politiche e dopo una resistenza sui tetti ed in strada di alcune ore.
Proprio al Bulk si terrà il concerto allaperto in onore di Davide. Concerto che vedrà una grandissima partecipazione.

Non c'è tregua.
La mattina del 24 Marzo su ordine della Procura di Genova, la Digos del capoluogo ligure in collaborazione con quella meneghina tra in arresto tre compagn* antifascisti: Milo, Marta ed Orlando. Le accuse sono relative allo scontro con alcuni skins razzisti su un treno antifascista per un corteo a Genova.

La mobilitazione è immediata. Vengono messi in piedi, oltre ad un presidio sotto la Questura ed un corteo fino a San Vittore, molti blocchi stradali in giro per la città di cui diversi in zona Monumentale.
Pochi giorni dopo gli arresti si svolgerà a Genova un difficilissimo e blindatissimo corteo in solidarietà con gli arrestati. I manifestanti in partenza da Milano vengono caricati dalle Forze dell'Ordine in Stazione Centrale.
In Aprile viene arrestato per la stessa vicenda Federico.

Il 25 Aprile avrà una connotazione fortemente incentrata sul tema della liberazione dei 4 arrestati.
Lo spezzone di movimento terminerà davanti al Consolato Americano con alcuni momenti di tensione.

La Mayday Parade 2004 vedrà per la prima volta la partecipazione di 100.000 persone.
Forse, si tratta della parade meglio riuscita, sia per la qualità del dibattito che per la ricchezza e diversità delle azioni messe in campo in quella giornata (blocchi della grande distribuzione, azioni contro le immobiliari e molto altro).

Nel Maggio 2004 si diffonde la notizia (vera) che la magistratura milanese ha emesso un'ordinanza di sequestro dell'area di Via Niccolini. L'ordinanza riconosce il valore dell'esperienza del Deposito Bulk, ma sostanzialmente chiede lo sgombero per riconsegnare larea alla proprietà (ed in questo ha impressionanti
somiglianze con la sentenza di condanna contro il Leoncavallo per la resistenza allo sgombero del 16 Agosto 1989 dove, il tribunale affiancava alle condanne dei militanti considerazioni sull'altro valore morale e sociale del centro).
In quell'estate striscioni in solidarietà al Bulk compariranno un po' ovunque in giro per Milano (Torchiera, Orso, Vittoria, Pergola).

L'ultimo appuntamento di massa dei primi 6 mesi del 2004 è la grande contestazione contro la visita del Presidente Americano Bush a Roma.

Dopo quella data inizi a palesarsi con sempre più evidenza la crisi del movimento.
Una crisi dovuta alla sempre minore capacità di mobilitazione di massa, alla frammentazione degli spazi sociali sul territorio e ad una vera e propria crisi storica (o sarebbe meglio dire passaggio di fase) nellidea stessa di centro sociale.
Il Deposito Bulk è colpito in tutto e per tutto da questa situazione e dopo un anno di lavoro incessante già a Settembre dimostra di essere alla corda in una realtà milanese in piena disgregazione.

Già il mese di Agosto è segnato da una drammatica impennata degli assalti fascisti.
Prima volano coltellate a Bergamo. Poi è la volta del vero e proprio assalto a Conchetta nella notte del 6 Agosto 2004. Raid che vedrà sei accoltellati di cui due rischieranno concretamente di perdere la vita [ 12 ].
Il movimento milanese non riuscirà a dare la risposta necessaria a questo attacco infame dimostrando la sua crisi.
Un tentativo di risposta si avrà col corteo del 2 Ottobre giorno in cui il Bulk disegnerà sul muro del carcere di San Vittore un enorme graffito.

L'autunno di quell'anno vedrà alcuni presidi per il diritto agli spazi in Piazzale Cadorna organizzati da Bulk, Torchiera e Malamanera.
Un'azione sul tema della grande distribuzione all'Esselunga di Via Ripamonti vedrà l'invio di denunce con accuse mirabolanti ed incredibili.
Il tutto dopo la dura repressione invocata dal Ministro dell'Interno Pisanu contro le spese sociali durante un corteo sulla precarietà a Roma [ 123 ].

Si susseguono anche gli episodi di repressione di piazza contro gli studenti. In successione: le cariche alla contestazione della Settimana della Moda Milanese, le cariche davanti al Libraccio durante unazione di autoriduzione sul caro-libri e le cariche in Via De Amicis durante il corteo per Piazza Fontana.

2005

Se il 2004 si era aperto male il 2005 si apre anche peggio
Con una serie impressionante di attacchi di matrice fascista.
Vengono incendiati in rapida successione il centro sociale Orso, il Pacì Paciana di Bergamo (due volte) ed il Magazzino 47 di Brescia (forse in risposta ad uno scontro in cui gli estremisti di destra hanno avuto la peggio).

Il movimento tenta di rispondere con una serie di cortei nelle tre città [ 12 ] e con la costruzione collettiva di una serie di piazze antifasciste in giro per Milano.

La situazione rimane tesa fino a Marzo con uno stillicidio di episodi che convinceranno il Ministro Pisanu a mandare a Milano i più alti vertici degli apparati repressivi.
Tra questi la devastazione del centro sociale Vittoria e l'arresto di un suo militante, Daniele, dopo una dura campagna contro lex-tesoriere dei NAR Guaglianone candidato di AN alla regionali nel tentativo di ragranellare i voti dell'estrema-destra lombarda.

I due momenti che fanno riprendere un po' fiato in una situazione plumbea.
La fantastica beffa dei precari allo scintillante mondo della moda milanese dove, per la prima volta, invece che contestare il nemico, lo si spiazza appropriandosi dei suoi mezzi [12 ]. Rimarrà spiazzata anche la Digos di Milano, solitamente ben informata.
Ed il corteo per il secondo anniversario della morte di Dax caratterizzato dal tema dei migranti e terminerà proprio davanti al CPT di Via Corelli riattivando il lavoro politico su quella struttura [12 ].

La primavera vede una serie ininterrotta di rivolte allinterno del CPT di Via Corelli e loccupazione del dormitorio comunale di Via Maggianico per far fronte alla drammatica carenza di posti letto nei dormitori milanesi.
Le rivolte dei migranti saranno represse con durezza. Il dormitorio di Maggianico verrà sgomberato su ordine dellautorità comunali e gli occupanti verranno ospitati dal Deposito Bulk per un periodo.

La Mayday Parade 2005 con le botte tra compagni mette alla luce in tutta la sua miseria l'ormai netta divaricazione tra il corpo militante (tutto intento nelle sue faide) ed il soggetto sociale, il precariato, che qualcuno vorrebbe pure rappresentare
Il dato politico dei 150.000 partecipanti passa purtroppo in secondo piano di fronte alle cinghiate ed alle bastonate contrapposte.

Nella vicina Torino l'assalto un assalto dei nazi al Barrocchio darà vita ad un corteo antifascista duramente represso sia a livello di piazza che a livello giudiziario con una montatura in tutto e per tutto simile a quella che aveva portato in carcere i famigerati squatters torinesi sette anni prima.
La Procura di Torino otterrà le misure cautelari per 10 militanti accusati di reati pesantissimi. Il tutto nel quadro di un ondata normalizzatrice fatta di sgomberi, cariche ed arresti in vista delle Olimpiadi di Torino 2006.

In Luglio, dopo due anni desistenza arriva lo sgombero che pone fine all'esperienza di Malamanera. Usiamo le parole degli occupanti: Una giornata che fosse un momento di denuncia della situazione cittadina: affitti fuori dalla realtà, condizioni lavorative sempre più precarie, un crescente e soffocante controllo sociale. Questa è Milano nel 2005,
metropoli delle vetrine e dei futuri grattacieli e allo stesso tempo città della deportazione di Via Adda e del lager di Via Corelli. Il tentativo, anche ieri, è stato quello di isolare l'area dal resto del quartiere, opponendo alla
solidarietà delle persone le camionette delle forze dell'ordine. Ciononostante nel giro di un'ora un nutrito gruppo di compagni e di abitanti della zona si è concentrato davanti ai cancelli di Malamanera.
Una settimana di presidio permanente ci ha fatto respirare la solidarietà degli abitanti della Bovisa, quartiere in cui abbiamo deciso di insediarci due anni fa perché ancora popolare, soggetto a grandi trasformazioni urbanistiche e sociali.
Una bottiglia d'acqua fresca o qualche panino dicono di più di una forbita analisi politica. Questo è un quartiere di gente semplice e proprio per questo ci accorgiamo di parlare la stessa lingua.

In autunno, si respira una certa aria di ripresa delle lotte.
Questo anche grazie alla rifiorire di un movimento universitario contro la Riforma Moratti.
Gli epicentri della lotta saranno, come già altre volte in passato Bologna e Roma.
Il movimento del capoluogo emiliano è alle prese con il Sindaco sceriffo Cofferati pronto a lanciare la nuova parola d'ordine della sinistra: legalità.
Il cuore della protesta a Roma è ovviamente la Sapienza occupata dalla quale partire uno degli spezzoni dellimponente corteo del 25 Ottobre che arriverà ad assediare la Camera.
Milano però non rimane con le mani in mano e dopo un corteo in Bocconi contro la Moratti la Statale viene occupata il 28 Ottobre
[ 12 ]. Si tratta della prima occupazione dopo 15 anni e cioè dalla movimento della Pantera del 1990.

Dopo aver covato sotto la cenere per almeno 10 anni, in Val di Susa divampa lincendio della lotta contro il progetto dalla TAV.
E' una delle tante lotte degli ultimi anni in cui i soggetti sociali prendono la parola in prima persona senza più bisogno di mediazioni e portavoce.
Era già successo alla FIAT di Melfi in una durissima vertenza sui turni di lavoro, a Scanzano Ionico contro la discarica di rifiuti nucleari, ad Acerra contro il termovalorizzatore ed ora in Val di Susa.
Questo scavalcamento della rappresentanza politica sembra spaventare molto lo Stato ed infatti, in tutti i casi la repressione è durissima.
Ma in Val di Susa saranno gli uomini in divisa a dover battere in ritirata [12 ].

Mentre in Val di Susa esplode la rivolta Milano deve far fronte ad un inverno gelido.
Un gruppo di profughi di guerra costituito da Etiopi, Eritrei e Sudanesi occupa uno stabile nella centralissima Via Lecco. Le abituale tirate sulla legalità e sui problemi sociali ridotti a problemi d'ordine pubblico che hanno caratterizzato l'amministrazione della città negli ultimi 15 anni non si fanno
attendere. Si dovrà assistere ad uno sgombero vergognoso ed a gente burattata in strada e costretta a peregrinare in una città gelida ed inospitale.
Scene purtroppo già viste con lo sgombero di Via Adda e con molti altri.

In questa situazione tra Deposito Bulk e proprietà dello stabile di Via Niccolini giunge ad una conclusione. Il collettivo lascerà lo spazio il 28 Febbraio 2006 e la proprietà girerà 200.000 euro agli occupanti.
La trattativa privata lascia insoddisfatti tutti. Il Bulk è uno spazio sociale pubblico ed è il pubblico che dovrebbe farsi carico di una realtà del genere.
Si decide un ennesimo rilancio con loccupazione di unarea comunale in Via Piranesi. Un rilancio da un lato volto a sollevare il problema di una definitiva uscita dalla precarietà degli spazi sociali milanesi e dallaltro volto a rimettere in moto il lavoro in rete tra compagni.
Anche in questo caso il disco rotto dell'illegalità e dellordine pubblico riprende a suonare.
In piena campagna elettorale la destra , che da 15 anni sta devastando Milano, fa appello a tutti i suoi peggiori istinti e richiede ad una voce sola lo sgombero. Prontamente Prefettura e Questura obbediscono. Nel giro di poche ore il Bulk subisce l' ennesimo sgombero [ 123 ]. L'ultimo.

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Occupiamo per vivere

La mattina di venerdì 16 maggio 1997 apro il manfo nella mediateca dell'ISU di via Clericetti, dove abitualmente si studiava tra una lezione e l'altra, tra un viaggio all Borsa del Fumetto e uno da Avalon, tra un cappuccino e un esame e un piano geniale per fare qualcosa di interessante.
Nella pagina milanese del manfo leggo della prima serata dentro un nuovo spazio occupato, Bredaoccupata. Il mio primo pensiero è stato "bastardo, f., non mi ha mica detto un cazzo". Il secondo è stato: "è il momento che aspettavo per mettersi in gioco. Vediamo che cazzo si riesce a combinare".

La sera stessa mi metto in macchina, sul tragitto che poi per un anno sarà un tragitto più che quotidiano: Milano-Meda, circonvallazione, via Gioia fino in fondo, un svolta a destra sul ponte di via De Marchi in un incrocio in cui non si capisce perché ci sia un semaforo di cui tutti se ne sbattono ampiamente. Al passaggio sullo stretto ponte della ferrovia in cui passano a malapena due auto nonostante anche la linea 53 faccia quella strada causando notevoli preoccupazioni quando vedi un autobus che ti si fa incontro minacciando di spiaccicarti sul marciapiede del ponte, sulla sinistra si vede quello che per tutti gli anni seguenti della mia vita conoscerò come "il cementone", una struttura in cemento cieca sui lati e con in cima un piano tutto di vetro e metallo di proprietà delle FS. Oltre il cementone, oltre la ferrovia, qualche casa bassa e non particolarmente notevole.
Sulla destra del ponte la casa/caserma della Polizia Ferroviaria, un palazzone anonimo e sfigato, forse costruito ad hoc per rendere gli uomini in divisa quello che sono.
Mentre si scende dal ponte su via Breda, una via che costeggia la ferrovia fino a Sesto San Giovanni, sui cui lati si stagliano fabbriche e vecchi capannoni, si intravede una grossa area dismessa sul lato sinistro della strada, un ex rimessa di camion con annessi uffici.
E' buio pesto su via Breda, l'illuminazione un privilegio scarsamente praticato nelle periferie più grigie di Milano, ma tra due finestre al primo piano della palazzina uffici che da sulla strada campeggia uno striscione: "Occupiamo per abitare, per socializzare, per vivere".

Appena si entra nell'area al civico 33 e 37 di via Breda si ha un'idea del suo uso originale, ma soprattutto della quantità di tempo da cui è abbandonata.
Il portone di ferro è solido e si apre su un cortile molto grande, sul quale si affacciano due capannoni immensi: sulla destra un capannone aperto, sulla sinistra un capannone grande la metà che include una piccola stanza tutta circondata di finestre. Appena entrati sulla sinistra la palazzina uffici a un piano e sulla destra uno spiazzo con un capannoncino in un angolo remoto, quasi invisibile nell'oscurita'.
In lontananza sulla sinistra del cortile si intravede una ulteriore porzione dell'area dismessa, ingombra di rifiuti.
E' molto buio e il grigio è sicuramente il colore predominante se si esclude l'arancione dei lampioni stradali che illuminano di sbieco parti del cortile e dell'edificio. La notte di milano è fonda e non ha stelle, anche quando non ci sono le luci della città ad ottenebrarle dal nostro sguardo. Le nubi che di giorno ingrigiscono la percezione delle cose, di notte rendono tutto un po' più oscuro di quello che sarebbe in qualsiasi altra parte. I riflessi delle luci del resto della città sono un mero surrogato della luce della luna che gettano ombre con un angolo diverso da quello celeste del satellite terrestre.

Il party techno è nella casa al piano terra, con un impianto piccolo che pompa già da diverso tempo alimentato da un generatore. Sul tavolo all'ingresso campeggiano i fluer dei party e delle iniziative della settimana successiva. All'ingresso incoccio subito in f. e gli dico "beh adesso come pensate di liberarvi di me?" e il suo sorriso in risposta è difficilmente decifrabile, anche adesso che lo conosco da ormai quasi dieci anni. Ricordo solo che suonano ff e d., ma forse anche altri che non conosco o che conoscerò solo più avanti.

Il mio ricordo di quella sera è quasi tutto qui e nelle chiacchere che seguono. Ero entrato in un mondo che non conoscevo con la solita arroganza. C'è un sacco di gente e tutti intenti a chiaccherare. Si sprecano gli aneddoti su quello che è successo prima dell'occupazione.

***

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Il Sonno della Ragione genera Sogni

L'esperienza di Breda per chi l'ha vissuta non può che essere percepita come un momento cruciale nella storia del movimento milanese e nella propria storia personale. Nel bene e nel male, l'esperienza di Bredaoccupata 3337 non può essere marginalizzata. Chi l'ha attraversata, chi l'ha abbandonata, chi l'ha vissuta, chi c'e' stato all'inizio e chi alla fine, e chi solo per poco: nessuno può affermare di non esserne stato profondamente formato e affetto.

Bredaoccupata è stata un momento di radicalità assoluta, la prima affermazione di una nuova generazione di movimenti a Milano irriducibile alle opzioni politiche che si erano costituite e presentate fino ad allora. E' stata un sogno generato dal sonno della ragion politica, un sogno nel senso più completo del termine, una emanazione dei desideri e delle paure, degli scontri e dell'esperienza.
Breda 3337 è stato il frutto della volontà di vita immediata, e del sogno di una politica e di una possibilità di realtà diversa da quella che ci circondava.

E' rimasta nella mente di tutti nella sua capacità di finire lasciando un segno indelebile. Poche esperienze nella vita collettiva possono dire altrettanto e chi l'ha vissuta in prima persona non può che essere orgoglioso di esserne stato parte.

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Raving

Penso fosse una notte di ottobre o di novembre, quando io, Luca, Robbo e non mi ricordo chi ci dirigiamo verso Segrate, lungo la nebbiosa cassanese, una trappola per automobilisti come solo tra le strade che da milano portano alla provincia si può trovare.

Le letture postmoderne e libertarie, la psichedelia ci aveva portato tutti inevitabilmente a vedere la creazione di zone autonome e libere come l'unica cosa che politicamente avesse un valore rivoluzionario. Le nostre teorie imperniate sul soggetto e sulla inesistenza di una dimensione oggettiva trasformavano l'esperienza nomadica e l'esperienza del rave in una dimensione perfetta in cui ogni soggetto poteva liberamente percepire e vivere una esperienza unica e libera, non riconducibile a nient'altro se non la sua volontà di essere irriducibile alla realtà oggettiva.

In una sera di un sabato di ottobre o di novembre, in ogni caso approdiamo a via Rombon, al meeting point di quello che a tutti gli effetti (se si esclude il mitico show dei Mutoids di qualche anno prima) era il primo illegale milanese, l'approdo nella fredda metropoli di una pratica che qui gia' aveva chi era pronto per accoglierla e coltivarla.
In via Rombon davanti ai mercati generali ci sono alcune delle persone che scandiranno i miei passaggi negli anni successivi: da Pablo dal naso lungo e dritto e la parlata biascicata e un po' fantasiosa nei termini giovanilisti, a Beppe , grande, grosso, matematico e definitivamente pazzo.
Da li' ci spostiamo alle lavanderie, poco oltre nella nebbia della Cassanese, dove in un capannone sulla sinistra della strada ci aspetta uno scenario meno imponente dei technival ma molto più glorioso: era un pezzo di storia in cui potevamo partecipare anche noi.
Io di quella notte ricordo solo il salone principale, la techno, il fuoco in cortile, f. e d. con cui chiaccherare del significato di quell'evento e di quello che ne sarebbe potuto derivare. Un evento ludico della cui portata politica però molte persone tra quelle che lo avevano organizzato e quelli che ne avrebbero voluti organizzare altri erano pienamente consapevoli, alla luce tremula del fuoco fatto di bancali e altre schifezze in cortile.
Era il primo rave di quello che si sarebbe poi chiamato AntiMuzakFront (o forse ci chiamammo cosi' solo dopo l'ultimo rave illegale che facemmo, mentre prima eravamo senza nome, ma con una determinazione e un desiderio inarrestabile.

***

Qualche mese dopo siamo al leoncavallo, davanti al bar centrale in una fumosissima e neanche troppo fredda serata, un paio di decine di persone per organizzare il successivo rave. Sembra una riunione carbonara, per me e gli altri una sorta di battesimo del fuoco organizzativo. Non sappiamo suonare techno, non sappiamo occupare un posto, ma di certo possiamo inventarci un modo per allestire lo spazio: finiamo ad occuparci degli allestimenti.
Le seguenti settimane le passiamo a preparare diapositive modificate al proiettore, sperimentando con fiamme, liquidi chimici, colori, e immagini provenienti da scorte di diapositive arrivate da chissa' dove. Intanto recuperiamo segnali stradali, teli di plastica arancioni dai cantieri. Ogni sera era un esperienza a metà tra l'esilarante e l'adrenalina pura, in giro per le strade di Milano a tuffarsi in ogni buco della strada a recuperare pezzi suggestivi dell'arredo urbano… Un tubo, un pezzo di plastica, dei fili, dei segnali, delle corde, degli oggetti strani ma senza alcuna funzione apparente.

La sera del party siamo tutti in adrenalina pura. Il gruppo che entra per primo per aprire i cancelli viene quasi sgamato, e per un momento sembra saltare tutto. Poi arriva il segnale e ci portiamo lungo la strada buttandoci dentro la fabbrica abbandonata davanti al casello di Rho.
E' una cattedrale nel deserto, una struttura in cemento con una facciata e il tetto di lastre di vetro incorniciato da acciaio. Davanti all'edificio principale c'e' un piccolo cortile e sulla sinistra un capannone più piccolo che da anche sulla palazzina uffici a un piano solo, dentro la quale facciamo la cassa per la sottoscrizione.
Montiamo tutto, costruendo precarie pareti di celophan e improvvisati lampadari di arredo urbano, poi io mi piazzo sul tetto di una delle navate laterali della cattedrale industriale, in mano due proiettori per diapositive, e passo tutta la sera a cambiare diapo e direzionarle in varie zone della sala. Una sorta di tecnico luci privo di qualsiasi competenza ma dotato di parecchio entusiasmo.

Quando arriva la luce del mattino siamo stravolti ma non c'e' dubbio che anche questo rave sia stato una figata micidiale, e per me e gli altri del mio gruppetto di amici anche un'esperienza unica di autorganizzazione. Per la prima volta avevamo contribuito direttamente a rendere realtà il sogno di TAZ che tanto avevamo immaginato. Il salto dalla teoria alla pratica è un'esperienza inebriante, che ci lascia affamati di maggiori esperienze e di più profondi turbamenti della quiete (pubblica o privata)

***

Per tutta l'estate 1996 io, Luca, Piria, Fabio, Robbo e altri giriamo in interrail passando per almeno due technival (Rotterdam e Millau) e un numero imprecisato di altri posti, compresa l'esperienza psichedelica nelle highlands culminata nella pisciata collettiva nel vuoto al di sotto di una cima ricoperta di strani muschi rossi particolarmente amata dai miei soci in lsd.
Al teknival di Rotterdam ci arriviamo via mare partendo da Londra: spavaldi partiamo senza manco un sacco a pelo pensando che tanto era agosto e faceva caldo. La notte passata a barbellare dal freddo accartocciati in mezzo ai profilattici di un castello di legno per bambini in un parco della città olandese ci ha fatto capire quanto eravamo rincoglioniti. In compenso incocciamo su una carovana di traveler inglesi che sono stati la nostra personale versione techno della fata turchina: un furgone, the caldo e anche una tenda di cerata in prestito dove rifugiarsi nelle ore che non passavamo a ballare o a fare baldoria sulla riva del canale che costeggia la e199.
Da li' ci siamo spostati nel sud della francia, sperando di trovare un clima piu' mite e in effetti i 40 gradi dello spiazzo erboso nei pressi di Millau era decisamente meno suggestivo ma anche meno ostile di Rotterdam.
In entrambi i technival la scena era simile: tende e furgoni dappertutto migliaia di watt e proiezioni che ti stordivano la retina e i timpani, in una specie di rito tribale enorme e inarrestabile, ritmici colpi di cassa che ti ipnotizzavano e ti portavano da soli a uno stato di coscienza non ordinario, in cui alcune cose erano molto più nitide mentre altre si perdevano nei meandri della parte del tuo cervello più evoluta.

***

Quando torniamo dall'inter-rail hanno sgomberato Mandragora, una casa occupata in piazza Aspromonte. Di fronte alla casa murata c'e' un campeggio permanente, e le serate passano a fare assemblea o a cercare altri concerti da andare a vedere, un misto tra le prime esperienze di movimento e il desiderio di continuare la vita di tutti i giorni.
Non mi ricordo quanto tempo passa prima che reincontro f. per caso a cascina monlué, anzi per la precisione disperso per le vie laterali di CAMM alla ricerca della mia macchina. Tra una frase e l'altra, carpisco qualcosa di rilevante che mi stampo nel cervello.
– Come butta?
– Tutto bene.
– Ma vi siete ribeccati?
– Più o meno
– E diocane potevate anche chiamarmi…
– Guarda se tutto va bene occupiamo
– Beh fammi sapere che ci vengo anche io…

F. non sapeva che aveva scritto la sua condanna a reincontrarmi per il resto dei dieci anni successivi. Forse non me lo avrebbe neanche accennato se lo avesse saputo.
Qualche mese più tardi, quando leggo del primo parti di un nuovo spazio occupato, ha inizio una fase completamente nuova della mia vita, mentre mi tuffo dalle prime esperienze esistenziali in una esperienza politica a tutto tondo.
Era il maggio del 1997

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Vite disperse

Nel 1995 io ero un pischello di 19 anni, uscito dalle superiori di un comune in provincia di Milano, mi ero catapultato nella dimensione universitaria, di fatto troncando ogni rapporto con chi mi aveva conosciuto nel quinquennio del liceo linguistico. La linea di continuità con il mio passato erano sostanzialmente le persone con cui suonavo musica psichedelica e free jazz, e quelle con cui mi ritrovavo a giocare di ruolo una sera sì e l'altra anche.
Della politica fatta durante il periodo delle superiori rimanevano vaghe infarinature: slogan, cortei, una fumosa percezione di un coordinamento studentesco che aveva il suo epicentro a Milano e che a Paderno non se ne capiva un cazzo, la prima autogestione mai organizzata al Gadda, la sensazione di continua altalena tra delusione per gli esseri umani che mi circondavano e la speranza di trovare forme di vita diverse da quelle ordinarie.

La mia prima e unica interazione con i centri sociali risaliva all'inizio degli anni Novanta: Sara mi da' appuntamento al Leoncavallo ancora in via di ricostruzione dopo lo sgombero del 1989. Ricordo l'enorme scritta a Fausto e Iaio sopra l'ingresso, ricordo il capannone sporco e un bar nell'angolo a sinistra in fondo. Era estate, non so piu' che anno fosse, e ricordo che al centro del centro sociale ancora mezzo distrutto, in mezzo alle macerie sul fondo del capannone c'era una specie di fontanella ricavata da una pezzo di cemento con una sbarra infilata dentro a cui era appoggiata una canna dell'acqua.
Io non ne capivo un cazzo e mi sembrava solo un posto un po' delirante e in generale era obbligatorio difenderlo, almeno a me sembrava cosi', intuitivamente, senza capire bene neanche perche' difenderlo.
L'interazione successiva sarà solo il 10 settembre 1994, nel corteo che segnera' i rapporti di forza dei successivi dieci anni di movimento a Milano: diecimila persone in strada determinate a tutto. Io all'epoca non capivo un cazzo e mi sono perso i migliori scontri che avrei potuto vedere a Milano per molti anni.
Quando il corteo arriva in piazza Cavour io manco a dirlo mi porto davanti, curioso come un cretino di quello che stava succedendo. Mi ricordo solo un momento di silenzio, seguito da un mormorio che diventava rombo e poi ricordo l'odore dei lacrimogeni, qualcosa di nuovo per un diciottenne che non si era mai avventurato fino a quel punto in un corteo teso. Al massimo qualche ruolo da pseudo capopopolo in uno spezzoncino di un corteo studentesco, quattro grida al microfono e poco altro.
Dalla mia postazione sull'aiuola che sta proprio al centro di piazza Cavour (quella triangolare di quel semaforo incomprensibile al centro di quell'incrocio a 5 vie) vedo solo fumo, sento grida e vedo gente che parte di corsa. All'epoca non ero nelle condizioni di apprezzare tutto ciò, e il mio istinto mi fa correre a gambe levate in direzione di Palestro e poi verso Buenos Aires.
Non ricordo neanche che cosa pensai all'epoca di tutto ciò, ma ricordo che l'anno dopo il leoncavallo era già in via Watteau ed era una delle mete per passare le serate con gli amici che si facevano le canne e cospiravano rispetto a progetti musicali ed esistenziali.

Penso di essere uno dei pochi esempio in cui le posizioni politiche si sono andate radicalizzando nel corso degli anni, anziché sopirsi con la moderazione dell'età avanzata. All'alba dei 19 anni, al primo anno di università ero convinto che ci fossero parecchie cose da fare e politicamente disilluso rispetto alle dimensioni elettorali e non movimentiste, mentre quando avevo 10 anni ero forse poco più che un ragazzo agitato che vedeva nel PCI e nella FGCI una prospettiva politica radicale. Mi rendo conto che con il senno di poi è imbarazzante ma questo è quello che mi passava per il cervello all'epoca.

Durante il primo anno di università io e un po' di compagni di corso iniziamo a frequentare l'aula IV, non solo l'aula, ma anche quello che rimane del collettivo che l'aveva occupata nel 1995… Non molto a dire il vero, ma abbastanza per darci il brivido dell'autogestione.
Contemporaneamente con un po' di gente produciamo i primi demo di free form e una zine di scritti sempre molto free form e un po' freakkettona nichilista chiamata aleph, con tanto di esperimento di teasing per pubblicizzarla, e festa di lancio in aula IV.

Il nostro gruppo era dominato da due tendenze: la lettura dell'Internazionale Situazionista e la tesi dell'inesistenza delle cose oggettive. La teoria era un po' questa: ogni cosa è determinata dalla percezione soggettiva di chi la osserva o la vive, ergo non esistono descrizioni oggettive né tantomeno una realta noumenica in quanto tale. Tutto è percezione, tutto è interpretazoine, tutto è creazione.
Una posizione un po' "artistica" ma che raffinata si inserisce perfettamente nel postmodernismo che all'inizio degli anni Novanta muove i suoi primi passi sia nelle filosofie "di movimento" che negli ambiti artistici e culturali.

Con questa masnada di pazzi scriteriati a caccia di esperienze esistenziali organizziamo il primo vero evento autorganizzato della nostra storia: la festa di Aleph all'Aula IV. Con la Rover 113 (che poi finira' spalmata contro un palo a causa della maledizione di f.) vado a prendere le birre heiniken in lattina, a 40 all'ora per evitare di lasciare la marmitta per terra, mentre Luca, Andrea, Marco e un tot di altri vanno a prendere gli strumenti e allestiscono la sala.
Il palco sono quattro bancali buttati per terra, le luci due lampade di quelle gialle/rosse/verde che si trovano al mercato da mettere come pesudo discoteca nella taverna dei nonni. C'e' un bordello di gente, totalmente inaspettata, centinaia di persone che si sorbiscono un'ora e mezza di free form stridente inaugurata e conclusa con l'unico pezzo strutturato del gruppo (all'epoca non ricordo se ci chiamavamo ancora Green Sunflower o gia' Embryonaler Schwamm) dall'altisonante nome di Beer Milkshake.
La gente parla, fuma, chiacchera, invade l'università mentre io e qualcun altro responsabili della serata ci facciamo beffe del bidello che non sa che pesci pigliare. Alle 2 di notte chiudiamo, il bar ha finito la birra, abbiamo recuperato i soldi e anche pagato la stampa di Aleph, e forse anche messo via qualche soldo che poi finirà chissà dove.

Ed è in quest'anno che entro in contatto con i contenuti che domineranno la prima parte della mia esperienza politica: la psichedelia, i testi di Terence McKenna, il Cyberpunk, i testi della Shake, di Gibson, le TAZ di Hakim Bey, la rilettura dell'Internazionale Situazionista, Altrove, la Nautilus, il fenomeno della musica elettronica. Un percorso in cui si incontravano all'epoca molte persone che poi avresti ritrovato in molti percorsi.
Ed è nel 1995 e forse in parte del 1996 che passiamo le nostre serate al Leo, nel cortile, isolati in un angolo a complottare e rimuginare su tutti i progetti che si stavano costruendo, su una fase esistenziale che di lì si sarebbe trasformata nella piena fase di sperimentazione politica. Un gruppo di persone che con la politica dei centri sociali non c'avevano mai avuto a che fare, ma che raccoglievano la logica della sperimentazione di nuove forme di vita e di socialità come una boccata d'aria fresca di fronte alla prospettiva di una vita ordinaria.

Nel 1995 l'alternativa alle serate al Leo erano le serate al Tunnel, un concerto via l'altro a 10 euro all'anno. Una svolta. Il posto non era il massimo pero' sicuramente offriva qualche possibilita' prima di diventare un covo di security e rotture di cazzo, una volta imitato da Binario Zero e un paio di altri locali, che si bruciano la piazza l'un l'altro.
Nell'antro scuro e fumoso di via Sammartini sotto i binari della stazione, mentre gli altri bevono birra e io una coca cola (erano gia' diversi anni che non bevevo alcool per una specie di decisione che ormai si perdeva nella mia adolescenza e che forse non aveva altri motivi della mania di essere sempre in controllo della situazione), incontriamo il flyerino che ci lancia in mezzo a quella che sarà forse la prima svolta decisiva della mia esperienza e dell'esperienza di quegli amici che condividevano quella fase di avanscoperta del mondo sociale e politico con me: non ricordo se me lo diede Pablo, un ragazzo che conoscevamo dall'auletta in Statale oppure qualcun altro. Fatto sta che era quello che a Milano tutti quelli come noi aspettavano: un rave illegale.

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Introduzione

Non sta a persone come me, nate a metà degli anni settanta, raccontare le vicissitudini delle generazioni che hanno cercato di lottare e di costruire movimenti negli anni ottanta.

Il pezzo di storia che possiamo raccontare comincia a metà degli anni novanta, per alcuni qualche anno prima, per molti qualche anno dopo. E a Milano come in altri posti è un periodo complicato in cui molti pezzi di storia dei movimenti scompaiono lasciando dietro di sé solo le proprie leggende e qualche essere umano, qualcuno capace di evolversi, qualcun'altro capace di involvere la realta' intorno a sé.

Le leggende non ci sono bastate a tramandare il meccanismo con cui costruire dei movimenti e con cui interpretare le lotte. La generazione degli anni novanta ha dovuto improvvisare, sospesa tra parole e slogan di vent'anni prima, scazzi di dieci anni prima, e il mondo in trasformazione in cui viveva, nel quale l'economia e la geopolitica degli anni ottanta maturavano in frutti amari ma il cui albero era tutt'altro che scontato.

Affacciandosi alla fine del millennio, i compagni e le compagne degli anni novanta si sono dovuti inventare un modo di fare politica nuovo, che affrontasse le contraddizioni attuali e che fosse in grado di non incagliarsi in riedizioni del passato o in futuri improbabili e peraltro parecchio distopici.

Per questo pensiamo sia interessante raccontare un pezzo della nostra storia, senza pretesa di esaustività, né pretendiamo che questi testi rappresentino l'unico punto di vista su quegli anni. Solo la rappresentazione simultanea di tutti i punti di vista di chi ha vissuto quei giorni e quei mesi potrebbe rendere merito alla complessità di tante vite che hanno attraversato quei momenti. In assenza di questo caledoscopio storico, il massimo che possiamo offrire é un insieme di visioni situate, che messe in relazione tra loro forse saranno capaci di comunicare tutto quello che ha significato per noi che le abbiamo vissute, e forse anche per chi le ha subite o intraviste nelle nebbie delle vite che non si toccano in una metropoli.

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Indice

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